Alla mia Mici…
Conosci il significato della parola amore?
Lo devi conoscere perché me lo hai tirato fuori con estrema lentezza
ogni giorno da quando ti ho incontrata, il pomeriggio di un luglio di anni fa.
Sei stata traditrice perché hai lasciato il tuo primo amore per venire da me,
(questa casa ti piaceva di più, sii sincera) un po’ opportunista la tua scelta,
ma non è possibile dirti di no. Mi illudo di avere conquistato il tuo cuore,
penso di esserti indispensabile non solo per il cibo. Mi trovo a parlare con te
sentendoti ascoltatrice, saggia gatta aristocratica con qualche goccia di siamese,
il portamento da regina, lo sguardo gelido di occhi celesti.
Discendente da una lontana stirpe, qualcosa di quella aristocrazia ti è rimasta,
tra gli umani venuta a imbastardirti, gatta da esposizione per essere una Miss.
Sei solo la mia Mici, senza un vero nome, a volte ti guardi introno
e ti chiedi: cosa ci faccio in questa volgare campagna. Eri per l’alta società
e il destino ti ha confinata tra plebei.
Sei il sogno di ogni gatto maschio, sei la micia che ogni gatto vorrebbe
come fidanzata e avresti una fila infinita di felini domestici se non fossi stata
troppo presto sterilizzata. Non capisci quando capita, raramente, che qualcuno
ti annusi dietro, e fai volare una zampata
non sai che è un onore per una Turandot come tu sei avere…